è la notizia del giorno, matt e soci utilizzavano il sito di wordpress.org per inserire degli articoli pubblicitari ben nascosti ai visitatori, grazie ad un sapiente uso dei css con posizionamento negativo. Con il ricavato del quasi-spam, quasi perchè alla fine nessuno si sarebbe visto recapitare neanche una singola email, avrebbero pagato le crescenti necessità del progetto opensource e del servizio ping-o-matic, usato tra l’altro anche da altri blog-engine.
Non sto adesso a criticare l’eticità del nascondere la pubblicità e di fare search engine spam (hanno effettivamente sbagliato a non dire nulla agli utenti), però apprezzo la risposta onesta di matt nel forum e soprattutto ne capisco le problematiche. Wp è una macchina mangia soldi, e lui e gli altri non possono (e devono) farsene interamente carico.
Posso capire Matt perchè fino allo scorso anno (quando ho ricevuto una simpatica donazione) problemi simili per php-collab.org ne ho avuti anch’io … d’altronde in un progetto opensource non è detto che si ricevano abbastanza fondi per ripagare il lavoro fatto, figurarsi delle spese vive…
Nel mio piccolo caso si trattava del rimborso dell’hosting che era stato cambiato per motivi di spazio e performance (solo il db del forum di supporto è arrivato a 3oMb), della registrazione dei domini e della banda utilizzata (calata dopo una serie infinita di limature e mirror da quasi 10Gb/mese agli attuali 2.5/mese).
Però nel loro caso la cosa è differente, molto (100k download non sono un’inezia).
Quindi perchè criticare? Non volete che vengano adottati sotterfugi per tirare a campà?! Allora fate una donazione al progetto!
ciuaz
3 replies on “wp spam?”
Sono assolutamente d’accordo. Mi fan girare i maroni quelli che si stracciano le vesti per una cosa del genere: a me Wp va bene, mi piace come lavora, sono soddisfatto. Chiaro che han dei costi: se non gli si dà un cent come donazione non si faccia nemmeno i moralisti per un simile “rimborso spese”. Certo non è gradevole come è stato fatto, ma basta lì.
Chiunque affermi “basta lì” forse non si rende conto della dimensione del problema.
Il problema non sta nella “gradevolezza” di quello che è stato fatto, ma sta nelle conseguenze che ciò che è stato fatto comporta per il web.
Quando qualcuno fa spam sui motori di ricerca ottiene una buona visibilità nei risultati dlle ricerche A DISCAPITO di altri siti web. In poche parole, un sito web con una potenza di fuoco (in termini di visibilità) consistente, ha impiegato le proprie forze per scalzare risultati genuini dai risultati dei motori e posizionarsi con pagine “di aria fritta”, prodotte al solo scopo di ottenere visitatori e click sulle pubblicità.
L’aggravante a tutto ciò è che il contenuto di queste pagine copriva anche argomenti “delicati” come il CANCRO O ALTRE MALATTIE GRAVI, in modo che le persone malate che cercavano informazioni sulla propria malattia si imbattessero in quelle pagine, su cui erano pubblicate pubblicità mirate, di avvocati che cercavano persone che avevano contratto malattie a causa della negligenza dei datori di lavoro. Gli avvocati sono pronti a pagare fino a CENTO DOLLARI al click pur di riuscire ad ottenere un cliente che potrebbe ottenere una vittoria milionaria in tribunale.
Ecco quello che Matt ha fatto: ha, per scelta o negligenza, permesso che qualcuno producesse quella spazzatura per lui, sfruttando da un lato le ricerche di povera gente affetta da malattie gravi e dall’altro dei trucchi volti a piazzarsi nei risultati di ricerca di Google sopra pagine genuine e di qualità maggiore.
Quindi non bolliamo queste pratiche semplicemente come “non gradevoli”, perché sono molto più schifose di quello che si immagina.
Cerchiamo di capire la differenza tra “moralismo” e “applicazione della morale” altrimenti si rischia, chiudendo occhi o facendo finta di non capire la gravità delle azioni, di diventare indirettamente supporter di certe discutibili pratiche.
Sul piano dell’etica son d’accordo con Franco. Poi ogni giorno mangi la pagnotta e deve tirar su i dindini per farlo. Un discorso, se si svuole, cinico ma che va fatto. Allora ci vogliono le distinzioni. Secondo me è indiscutibilmente da condannare quanto fatto, assegnando le responsabilità ad ognuno poi sul discorso negligenza e non-sapere ti ricorderei certi maxi-processi politico economici italiani, ad esempio. Il tutto per dire che:
a. occorre circoscrivere nell’ambito dovuto l’evento: non si tratta di rubare a nessuno e non si tratta nemmeno di un prodotto fatto da un profit per arricchirsi. occorre fare queste distinzioni, anche perché Franco cita “persone malate che cercavano informazioni sulla propria malattia” e mi pare veramente eccessivo riporre nella rete la speranza di una soluzione ed connotare quanto successo a WP come una deliberata truffa verso i malati. Cerchiamo di non perdere la misura tra realtà di carne e web, direi.
b. perché dare a WP un peso così grande che creddo non debba avere. Allora, con questo criterio, bisognerebbe fare una rivolta ogni volta che ti arriva uno spam (e spesso è una massa enorme di spam) sui suddetti temi. Invece, saggiamente, si porta pazienza e si cercano dei rimedi.
Concludo la pappardella dicendo che trovo ingiustificato il clamore che si sta facendo e di è fatto attorno alla vicenda, se fossi sospettoso direi che ci si potrebbero vedere dietro dei rancori se non degli interessi contrastanti (in generale, da quanto ho letto). Un po’ di tranquillità e di equilibrio nelle posizioni non guasterebbe.