Tutti parlando di MVP. E’ una delle nuove parole cool che riempiono la bocca, al pari di mobile nel 2009, cloud come un paio d’anni fa o startup lo scorso anno.
Non che io stesso non ne faccia uso, o abuso. D’altronde con ideato stiamo offrendo proprio l’implementazione di idee di MVP a startupper in erba, o seriali, che vogliono validarle su un mercato più ampio.
Quello che però è difficile da far capire veramente è che il mininum viable product non è, e non deve essere, l’applicazione che vorreste (nella sua totalità) fatta con bootstrap [“che tanto risparmiamo sul design”].
Un MVP è user centered
Design non significa fare delle grafichine carine o spendere 50$ su 99design. Significa trasformare la soluzione immaginata secondo un paradigma facilmente comprensibile ed utilizzabile dai nostri, futuri, utenti. Chi prova a realizzare un qualsiasi prodotto senza pensare, prima, ai propri utenti/clienti che lo useranno sta fallendo in partenza. Provate a leggere cosa ha da dire Mucignat a riguardo.
Allo stesso tempo non bisogna credere che siccome l’MVP contiente la parola “minimo”, e potrebbe non avere al suo interno neanche una riga di codice, possa essere realizzato (o portato avanti) gratuitamente.
Un MVP non è gratis.
Prendiamo come esempio “Food on the Table” di Manuel Rosso citato da Ries in the Lean Startup. In questo caso Rosso, CEO della startup, decide di testare sul mercato reale il funzionamento della sua idea mettendosi in primo piano nell’aiutare un (unico) cliente a pianificare la spesa, portarla a casa e cucinare deliziosi manicaretti. Senza software, senza gli chef previsti nel pitch, senza grandi investimenti economici.
Un MVP gratuito direte voi.
Sbagliato! Perchè Rosso ha speso il suo tempo e dei suoi collaboratori, ha investito nella sua stessa persona togliendo all’azienda risorse utili a fare il prodotto. Ha quindi spostato il proprio budget per fare attività necessarie ed indispensabili: l’analisi del mercato, la customer discovery e validation. Il tutto, citando Ries, in un modo totalmente inefficiente dal punto di vista pratico ma di grande impatto per capire e studiare come far evolvere il prodotto nella giusta direzione.
Un MVP deve insegnare qualcosa.
In realtà, quello che penso, è che il termine MVP sia intrinsecamente errato o meglio porti a facili fraintendimenti (così come Agile). Dovrebbe essere più qualcosa come MVP2LS: Mininum viable product to learn something (about my own business). Se non c’è la premessa, nel realizzare un qualsiasi prodotto di test, di ottenere metriche sul mercato, sulla bontà dell’idea o su un modo ottimale di implementare la soluzione ad un problema allora si sta sbagliando qualcosa.
Lo stesso Ries, in tempi non sospetti, affermava che (enfatizzazioni mie):
MVP, despite the name, is not about creating minimal products. If your goal is simply to scratch a clear itch or build something for a quick flip, you really don’t need the MVP. In fact, MVP is quite annoying, because it imposes extra overhead. We have to manage to learn something from our first product iteration. In a lot of cases, this requires a lot of energy invested in talking to customers or metrics and analytics.
Questo però comporta avere un’idea di fondo su cosa si sta facendo e di aver studiato un minimo il mercato su cui ci stiamo buttando a capofitto. Soprattutto significa che, dopo che ho fatto mio quello che l’MVP mi doveva insegnare, devo essere pronto ad applicarlo, anche se questo comporta stravolgere l’idea di base del mio progetto.
Significa quindi investire, di nuovo, tempo/soldi/risorse. Rientrare nel loop di build-measure-learn.
Quanto costa un MVP?
E’ una risposta che non so dare. Tecnicamente posso stimare il costo di implementazione di qualcosa o raffinare la proposta in modo che sia tecnicamente realizzabile e misurabile nei budget a disposizione.
Ma la progettazione di questa idea deve nascere dallo studio del mercato che solo lo startupper può, e deve, fare. Allo stesso modo il suo utilizzo e lo studio dei risultati al fine di capire come iterare sono attività che devono essere fatte dal team della startup stessa ed hanno un costo di difficile analisi preventiva.
Riassumendo se volete realizzare un MVP dovreste:
- investire in analisi del mercato (anche non troppo approfondite, quel giusto che serve per capire da subito che l’idea non è una ca…ta)
- fare customer discovery e validation intervistando i futuri, prossimi, utenti
- creare un prototipo del servizio (anche offline) che sia funzionale ai dati ottenuti e che volete ottenere
- pubblicizzarlo
- studiarne i risultati e validarli con le ipotesi fatte inizialmente
- provare a migliorare la user experience, possibilmente senza aggiungere funzionalità
- reiterare da capo
Quanto è costato il vostro MVP?
One reply on “Quanto costa un MVP?”
Concordo appieno,
mi piace pensare che il software non risolva problemi, può solo rendere più efficienti processi per i quali dobbiamo aver già trovato una valida soluzione “analogica”.
Un saluto, Alessandro