Categories
Entrepreneurship pensieri

2020

Come i più attenti umarell da socialini avranno notato negli ultimi due mesi c’è stato un po’ di fermendo sul mio account Linkedin. A partire da quest’anno ho deciso di rivedere le priorità personali concedendomi più tempo per attività che reputo a valore aggiunto (famiglia, me stesso, comunità delle persone attorno a cui gravito) e lasciando indietro quello che è stato il paradigma imprenditoriale dello scorso decennio ormai poco stimolante e troppo complesso per avere un ROI sulla qualità della (mia) vita accettabile (quindi no, non lavoro più in Flowing/Ideato).

Sono quindi tornato a fare quello che mi piace di più, studiare cose apparentemente fuori dal mio target (ero pur sempre uno dei pochissimi tecnici a frequentare eventi di UX/IA/AI/Marketing) per avere un nuovo punto di vista su argomenti che in qualche modo impattano o impatteranno sulla mia vita professionale.

Ho passato gli ultimi anni in Flowing a guardare fuori all’azienda concentrandomi sul come portare nuove opportunità commerciali e questo mi ha fatto capire quanto, nello scintillante mondo del webdev, non ci sia più vera innovazione ma una continua contrattazione sull’avere più cose ad un costo inferiore. Un po’ perché i grandi del settore hanno giocato, scientemente, ad un ribasso dei prezzi di mercato ed un po’ perché gran parte dell’attuale classe dirigente non percepisce il valore generato da un buon prodotto software in quanto l’asset creato è, per sua stessa natura, intangibile e quindi considerato intrinsecamente effimero e di poco valore. Non che questo significhi che non ci sia business o nuove opportunità, tutt’altro, ma a mio parere il tutto mi sembra appiattito, noioso e poco appetibile.

Queste riflessioni, insieme a quelle scaturite dal vedere come tecnologie associabili a Cloud, Machine Learning e realtà aumentata stiano effettivamente cambiando l’approccio al lavoro e sempre di più lo faranno nei prossimi anni (anche grazie all’avvento del 5G), mi hanno svegliato dal torpore degli articoli di self-branding sulle nuove pratiche per DevOPS in 50 step, SmartQualcosa e Agile a tutti i costi™ facendomi vedere cosa sta effettivamente succedendo nel mondo intorno a me.

Ho sempre pensato che un ecosistema per essere sano lo debba essere anche alle sue basi, il GrUSP vive e prospera su questi principi, e sempre su questi principi ho fatto negli anni volontariato per insegnare quel poco che ho appreso a neo-imprenditori, o startupper se preferite, che avevano idee da applicare al mondo del no-profit, del sociale o delle b-corp.

Ecco perché quest’anno ho deciso di rimettermi in gioco e seguire un eMBA sul mondo della Business Innovation and Sustainability, impegnandomi per i prossimi anni a dare sempre più supporto alle startup che si affacceranno al Founder Institute, o ad altri incubatori/accelleratori con cui collaboro, e che abbiano nel loro DNA uno dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite. Ma anche a far si che le aziende (che spaziano dal Machine Learning, all’Organizzazione di conferenze per arrivare al FoodTech) a cui partecipo come advisor e/o socio in qualche modo ne abbraccino i valori.

Riprenderò quindi per un po’ a fare il consulente, il Business Designer (come alcuni mi hanno definito), o il Manager dell’Innovazione (come il Mise mi certifica), o ancora l’Advisor di aziende tech e startup. A prescindere dai titoli cercherò di far qualcosa che mi permetta di lasciare quell’impatto che rientri in un’etica di rispetto, benessere e crescita sostenibile dell’ecosistema-mondo all’interno del quale vivo.

Se volete collaborare con me trovate tutti i miei recapiti qui.