TL;DR; L’autorità fa evitare che la gente si butti sotto un autobus mentre la osservi, l’autorevolezza fa in modo che non lo faccia mentre non ci sei.
Fullo
È da un po’ di tempo che non scrivo sul blog, mi sono tenuto particolarmente impegnato su SustainableIT.it investendo il mio poco tempo libero sui temi che in questo periodo mi sono più vicini, ma questo non significa che non pensi o ragioni anche su altri aspetti del mio lavoro.
Il 2025 è un anno iniziato in modo particolare, infatto ho vinto (o forse sono stato incastrato, devo ancora decidere) un bando per fare formazione su pensiero critico, LEGO e robotica nelle scuole elementari. L’esperienza, per quanto fisicamente stancante, mi sta piacendo molto e mi sta facendo notare come, anche se in scala più piccola, alcuni pattern che ho visto come imprenditore siano presenti fin dai primi momenti di raziocinio delle persone (per quanto basse di stature e portatrici di influenza possano essere).
Ad oggi avrò visto una ventina di classi differenti tra 3e e 5e elementari e le dinamiche di gruppo (della classe) sono sempre più o meno simili, così come all’interno del gruppo classe vengano a crearsi degli schemi risolutivi per problemi condivisi tra gli studenti e radicalmente diversi da quelli emersi, per risolvere la stessa tipologia di problemi, in altre classi.
La cosa che però mi ha incuriosito di più è il rapporto tra la tipologia di maestra (autoritaria, amica dei bambini, autorevole) ed il comportamento dei bambini in loro assenza. Premetto che non sono un sociologo, non ho fatto studi di psicologia e quindi quello che dirò dipende prevalentemente da osservazione sul campo e mie intepretazioni personali.
La cultura del fallimento
Una delle prime cose che insegno è che se non si sbaglia almeno una volta allora non abbiamo “provato abbastanza”, l’idea alla base di questo approccio è che voglio instillare nei bambini il concetto di cultura del fallimento e renderli consapevoli che non si nasce esperti in nulla. Ma…
Tre tipi di classi, tre tipi di risultati
Se la classe ha maestre troppo autoritarie ho bambini educati e rispettosi ma poco inclini a provare a sperimentare cose nuove in cui sanno che sbaglieranno di sicuro, si crea cioè una paura inconscia nel fallimento.
Se la maestra è dello spettro opposto (autorevole ed amica dei bambini, quasi chioccia) la classe raramente rispetta il docente (compreso quello esterno) trattandolo come un pari e mettendo in discussione tutto quello che dice finché non viene dimostrata l’effettiva competenza dell’insegnamento. In queste classi ho fatto molta fatica a far passare determinati concetti perché, di base, per essere ascoltato efficacemente dovevo investire gran parte del tempo per far tornare all’ordine il caos.
Infine in classi in cui l’insegnante ha un approccio autoritario quando serve (ad esempio per far rispettare l’ordine) ed autorevole (spiegando i motivi e dimostrandone i vantaggi) si riuscivano a far emergere rapidamente i temi da trattare ed approfondirli con gli studenti.
Ok, ma non è solo una mia impressione
La cosa interessante è che non è solo una mia sensazione. Ho fatto due ricerche e sembra che il mondo là fuori la pensi allo stesso modo.
Due facce della stessa medaglia
In pratica, l’autorità è quando il capo dice “fai così perché lo dico io“, punto. L’autorevolezza invece è quando la gente ti segue perché riconosce che sei bravo, integro e capace di influenzarli positivamente. Popitz, già nel 2001 con la sua Fenomenologia del potere, l’aveva capito: l’autorità dipende dal ruolo, l’autorevolezza da quello che gli altri pensano di te.
Quello che ho visto nelle classi è esattamente quello che succede nelle aziende: quando c’è troppa gerarchia, si fanno le cose velocemente ma nessuno si sente partecipe.
Quando si esagera da una parte o dall’altra
Le maestre troppo autoritarie mi ricordano i classici casi di manager che impongono straordinari obbligatori senza chiedere niente a nessuno, solo perché possono farlo, con risultati dannosi su morale dei dipendenti (se non licenziamenti di massa). Se non ricordo male in Corporate Rebels viene detto “l’autoritarismo genera sudditi, non collaboratori“.
Dall’altra parte, le classi dove la maestra è “amica” dei bambini sono come quelle aziende che hanno eliminato ogni gerarchia senza però considerarne le conseguenze e senza qualcuno che possa decidere rapidamente in caso di crisi, e di questo ne ho parlato abbondantemente sui temi di open governance e su cui ho formato il mio pensiero che “per essere autorevoli serve comunque un minimo di struttura formale“.
Come costruirsi l’autorevolezza
Nella mia esperienza con i bambini, ho guadagnato rispetto dimostrando di sapere il fatto mio e di essere coerente. Il gruppo Olympos ha fatto un esperimento a riguardo, i team con leader che facevano quello che predicavano hanno raggiunto il 92% degli obiettivi, contro il 67% di quelli con capi incoerenti.
Anche Microsoft fa una cosa interessante, obbliga i manager a fare 200 ore all’anno di formazione tecnica. Risultato? La fiducia dei team è triplicata.
Alla fine, mia nonna aveva ragione
La mia esperienza nelle scuole mi ha mostrato in piccolo quello che succede nel grande mondo là fuori: serve un approccio equilibrato. Nei momenti di crisi, un po’ di autorità serve a mantenere la rotta, mentre nei momenti creativi l’autorevolezza stimola le nuove idee.
Che è un modo elegante per dire quello che ripeteva mia nonna: “mazz e panella fann ‘e figli bell, panell senza a mazz’ fanno ‘e figli ‘pazz” ed un po’ aveva ragione.