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Invincible OKR

Una mia ossessione è quella di abilitare le aziende a ragionare su due diversi binari, quello del business as usual e quello dell’innovazione.

Digitiamo opera in questo modo, con una linea di business più tradizionale ed una prossima allo startup studio. Ma anche Apropos ha un filone di innovazione per identificare nuove opportunità sul mondo degli eventi IT (cosa che si è rivelata fondamentale alla sopravvivenza negli ultimi due anni).

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Budgeting ed OKR

Un punto importante da tenere sempre in considerazione quando si vogliono adottare gli OKR è che questi nascono principalmente come uno strumento utile a portare crescita ed innovazione nell’azienda, cioè ad andare da uno stato di continuità ad uno di rottura (in senso positivo) dei normali schemi operativi.

Per questo motivo, in quanto strumento di crescita, è importante ricordarsi che ciò che fa funzionare l’azienda non deve essere messo in secondo piano, e che gli OKR devono affiancare le attività quotidiane e non renderle impossibili.

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OKR e Lean Canvas Board, come usarli insieme

Una delle cose più complesse da fare quando si stanno iniziando ad usare gli OKR è capire come poterli scrivere in modo che siano efficaci e non ricordino una mera to-do list, non che avere (qualche) OKR di tipo committed sia un problema insormontabile, ma limitarsi a questo tipo di obiettivo è ben distante dallo scopo per cui la metodologia dovrebbe essere adottata. Quindi tutto quello che basta fare è scrivere degli obiettivi sfidanti…

Ho mentito.

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Teams, multiutenza e Windows 11

Post un po’ rant ed un po’ nerd nell’attesa di scoprire quale idillio, o incubo, ci riserverà Windows 11 (che a breve proverò sul muletto di turno).

Premetto che sono sempre stato un agnostico dei SO, saltando negli anni da uno all’altro in base alle esigenze e criticando, con una nota di gioviale trollitudine (?), i fanboy di un sistema rispetto ad un altro. La mia situazione attuale è con un desktop con Windows 10 ed Ubuntu 21.04 in WLS, un Macbook Air1con Big Sur, un Ipad Mini2 ed un paio di cellulari Android (11, 9) oltre che il mio amato Lumia 950XL su cui ogni tanto provo ad installare la build di Windows/Android del momento. Per lo più uso Google Spreadsheet o Excel ovunque, ma lasciamo questa nota triste a margine.

Tornando nel fantastico mondo della consulenza sto cambiando rapidamente idea su Teams, in peggio.

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Oceano blu, letteralmente

Oltre un decennio anno fa, decisi, dopo un lustro da freelance, di tornare a fare l’imprenditore aprendo (di nuovo) una azienda di servizi. Avevo letto un paio di anni prima Strategia Oceano Blu ed ero rimasto affascinato di come la metodologia che aveva trasformato, ma diciamo anche rivoluzionato, il Cirque du Soleil creando intorno ad esso un nuovo mercato, era per quanto concettualmente semplice tanto complessa da applicare efficacemente.

Fortunatamente questo non ci scoraggiò e ci fece identificare una nicchia (fare software di qualità e con metodologie di eXtreme Programming) in un oceano rosso (sviluppo con PHP) diventando in pochi anni una azienda di riferimento per la community degli sviluppatori web.

Identificare oceani blu, ed applicare strategie per farli diventare business (economicamente) sostenibili è nel tempo diventata una delle attività professionali che faccio più volentieri e che ho iniziato ad applicare anche nel mondo della sostenibilità, nella sua accezione più ampia.

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Di calendari e gestione del tempo

Il tema della gestione del calendario, durante le lecture riguardanti i temi di smart working o durante altre attività, emerge spesso. Ognuno ha la sua ricetta magica che funziona, più o meno per la sua specifica esigenza, ma sempre incompleta sotto qualche aspetto.

Lungi da me dall’annunciare la soluzione definitiva® ho notato che fare una corretta gestione del proprio tempo non sia un problema di riempimento del calendario stesso (output) ma di definire cosa effettivamente bisogna fare (outcome).

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Purpose driven company, cultura aziendale e OKR

Sinek, durante un Ted Talk, diceva:

“Profit isn’t a purpose. It’s a result. To have purpose means the things we do are of real value to others.”

Simon Sinek

In un mondo in cui il principio d’essere di una azienda si sta spostando dalla quantità di denaro lasciata agli shareholder all’aumento sistematico del valore per gli stakeholder (di cui gli shareholder sono una parte), quella frase deve essere impressa nella testa di ogni imprenditore che si rispetti.

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Mission, Vision e canali di vendita

Mi è capitato, e continua a succedere, di parlare con startup che confondono i canali di vendita con la loro mission aziendale. Frasi come “Rivoluzioneremo le palestre vendendo una nuova bevanda energetica” o anche “Cambieremo il mondo dell’hiring lavorando con i coworking” che ad un primo ascolto poco approfondito sembrano interessanti nascondono insidie non banali. Deconcentrando gli imprenditori dal problema identificato e dallo spazio delle soluzioni e confondendo la loro mission con i canali di vendita.

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Strategia di Sostenibilità

Sfruttando un paio di braccia rotte e l’impossibilità di usare il computer in modo continuo ho investito il mio tempo libero, negli ultimi due mesi, per chiaccherare con imprenditori1 conosciuti nel mio percorso per capire se e come stavano valutando temi di sostenibilità all’interno della loro quotidianità. L’ho fatto per mera curiosità e per capire come l’ecosistema di persone che mi circondano percepiscono i temi ai quali mi sono affacciato in modo più strutturato negli ultimi due anni.

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Come scrivere un KPI utile

Supponiamo di dover sviluppare una applicazione per tracciare il peso dei nostri utenti e che questa registrasse un valore di 80kg. Questa misura ci dice abbastanza per capire se é peso eccessivo o adeguato alla persona che sta usando l’applicazione? No.

Non ci dice abbastanza perché stiamo parlando di una misurazione estrapolata da un contesto e quindi poco utile a costruire un indicatore che sia utile a stabilire una qualche forma di progressione (o riduzione) del peso.

Aggiungendo altri dati come altezza, sesso, età ma anche la data di registrazione del peso possiamo contestualizzare ed iniziare ad estrapolare indicatori chiave o KPI (Key Performance Indicator) utili a costruire e monitorare il percorso di dimagrimento per il nostro utente.

In una conferenza sulle performance di O’Reilly alla quale ho avuto il piacere di partecipare una vita fa la sigla iniziale diceva testualmente:

Velocity is speed plus direction

Cioè senza sapere dove stiamo andando è poco utile avere come dato la sola velocità di esecuzione. Proprio per questo è importantissimo capire come e perché vanno costruiti i propri KPI.

Ma come si stabilisce se un KPI è stato definito bene?