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Sulla riusabilità del codice

Passando molto più tempo a gestire la (follia della) gente che sul codice ho iniziato a rivedere alcuni concetti a me cari durante la mia precedente, e forse futura, vita da sviluppatore. Uno di questi è la riusabilità del codice.

Il primo tarlo sull’argomento si è presentato quando, durante l’Agile Day di Roma, mi è stato chiesto se in ideato reinventavamo la ruota ogni volta e per ogni progetto. In quell’occasione la mia risposta, data di getto e senza pensarci troppo, fu: “utilizzeresti del codice (anche tuo) scritto 4 anni fa?“. Il principio di base è che in 4 anni la tecnologia (sul web) evolve tantissimo, ed allo stesso modo evolvono le competenze dei team, riutilizzare quindi codice obsoleto e potenzialmente legacy non fa altro che limitare le potenzialità di uno sviluppatore (riducendo in alcuni casi la qualità globale del progetto).

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lifehack pensieri

È tutta questione d’abitudine…

Non so se vi è mai capitato di vedere un episodio di extreme makeover: home edition (una sorta di Pimp my House), ne ho visti alcuni episodi in quei momenti di spegnimento di cervello forzato che passano tra la cena ed il leggere qualcosa (blog, libri o fumetti).

Ogni volta rimango sbalordito di come, tralasciando l’esagerazione puramente da reality, queste persone vivano in letamai fatiscenti semplicemente accettando il fatto che “tanto è così e non ci possiamo fare nulla“.

Un giorno però un pensiero mi è balenato più o meno così nel cervello: “macchecaz saranno in 20 in quella casa, vuoi che uno di loro non possa prendere una pinza a pappagallo e chiudere il tubo che gli sta allagando la cantina da 2 anni…” tutto questo mentre osservavo le immagini di uno scantinato con 40cm d’acqua dove alcuni mobili navigavano allegramente.

Passato questo momento di stizza verso persone così pigre da rovinarsi la salute e farsi i debiti con la bolletta dell’acqua piuttosto che prendere la situazione di polso e reagire per tempo e così abituate ad una situazione tanto assurda da non farci neanche più caso, sono andato in bagno (ho fatto quel che c’era da fare) e guardando il rubinetto con appoggiato li vicino il nuovo filtro da cambiare (da circa 6 mesi) ho iniziato a prendermi a schiaffi da solo.

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pensieri

C’è qualcosa di profondamente sbagliato…

Sono tornato da LeWeb con una valigia di gadget ed una di pensieri. Se la prima più o meno era aspettata la seconda un po’ di meno. Mi spiego, o almeno cerco di farlo dopo un paio di trappiste abbastanza cariche bevute in serata.

Ho finalmente partecipato ad un vero evento (non tecnico) per il (e sul) web (che comunque aveva i suoi angoli patinati dove tutti erano cool e si facevano i complimenti l’uno con l’altro o dove ceo di grosse multinazionali banfano di avere il miglior prodotto sul mercato per sicurezza e velocità) dove l’interazione con (veri) imprenditori era (finalmente) alla portata di mano (e prometto che al prossimo giro userò molto meglio Presdo).

Niente standiste gnocche e seminude che recitavano a memoria depliant, ma gente vera e con una certa esperienza che ti ascoltava, diceva la sua e cercava (veramente) di comprendere il tuo punto di vista su come è complesso lavorare su un mercato dove i prezzi sono falsati al ribasso o dove il valore portato non è realmente percepito.

Ho parlato con imprenditori che non riuscivano a capire i miei problemi perchè vivono in un mondo dove un’azienda che risolve problemi tecnici è pagata per quel che vale, senza trattative da 1 ora per spuntare pochi euro, e dove se il pagamento è concordato a 30 giorni significa che entro (e non oltre) il trentesimo giorno incassi la fattura.

Startupper e Business Angels che sono rimasti affascinati dal modo di lavorare che abbiamo scelto e contemporaneamente mi hanno “sgridato” perchè sito e comunicazione della mia azienda sono solo in italiano (se la tua azienda parla solo italiano perchè sei venuto a LeWeb?).

Tornare a casa mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, ma niente autocommiserazione solo tanta voglia di fare nuovo e meglio e possibilmente fuori da questi confini ormai troppo stretti…

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eventi lifehack pensieri

Fare il commerciale in periodo di crisi…

Ultimamente, come ho già scritto, ho ridotto il mio effort tecnico/tecnologico in azienda per spostarmi sempre di più sull’ambito manageriale ed, incidentalmente, commerciale. Come molti di voi sapranno la mia estrazione non è, propriamente, da agente di commercio e quindi in un modo o nell’altro ho studiato, cercato di capire il mercato e come porsi ad esso in maniera convincente o, almeno, più consona alla mia indole.

Mi sono fatto un’idea di com’è e di come vorrei che fosse, idea che per il momento non condividerò ma che cercherò di spiegare durante un talk all’AgileDay ed approfondire successivamente qui.

Prima di tale data mi piacerebbe però raccogliere qualche parere in più. Quindi vorrei sapere cos’è per voi un commerciale (dal generico a quello per una azienda che vive di web) e quale dovrebbe essere il suo tratto saliente (o quali dovrebbero essere se ne avesse più d’uno) e perché. Insomma per voi un buon commerciale dovrebbe avere compentenze tecniche? O essere un grande affabulatore? O limitarsi a vendere il più possibile?

Ciuaz

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eventi

LeWeb 2011

LeWeb - Register Now! Pare proprio che quest’anno, finalmente, parteciperò a LeWeb a Parigi.

Dopo tante conferenze (molto) tecniche sono veramente curioso di vedere come, al di fuori dell’Italia, vengano affrontate tematiche (innovazione, imprenditoria, startup e ovviamente web) che da noi finiscono, immancabilmente, tradotte in ragazze svestite in stand ricchi di gadget.

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pensieri tecnologia

HP cederà le linee di produzione dei pc?

Come qualcuno di voi avrà letto pare che dopo aver risentito della maledizione Palm (notate come tutte le aziende che comprano Palm o prodotti/marchi di Palm ad un certo punto, a prescindere dalla qualità insita del prodotto, lo dismettano?) HP abbia deciso di non produrre più hardware sul sistema operativo web oriented per eccellenza.

A seguito della notizia ne è arrivata una, a mio parere, più triste: HP sta valutando di dismettere anche la linea di produzione PC.

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di tutto un po' lifehack

La sottile arte della contrattazione ai tempi del web 2.0

Con la mia azienda le cose vanno abbastanza bene e per questo motivo, mio malgrado, ho dovuto ridurre drasticamente le mie ore da sviluppatore per dedicarmi ad attività un tempo da me considerate marginali (alla produzione di buon codice) ma ora indispensabili al fine favorire ed aiutare una sana crescita d’impresa.

Una di queste è la contrattazione delle modalità di fornitura dei servizi con i clienti, attività che porta via, proporzionalmente alla grandezza del cliente, tempo e sanità mentale. Se volete sapere quanto manca ad un mio possibile ricovero, considerate che ultimamente le trattative (se così possono essere definite) sono portate avanti con multinazionali che cubano quanto piccoli stati e che prima di dare una qualsiasi risposta (tipo: “bella giornata, eh?“) passano le domande al vaglio di un pool di avvocati…

Ogni tanto, durante un colloquio o uno scambio di email abbastanza acceso, mi arrivano frasi e concetti, espressi quasi come se rappresentassero La Verità Assoluta, a cui ci si aspetta una accettazione passiva.

A seguire, per mio e vostro diletto, alcune delle chicche che reputo come rappresentanti di un modo di lavorare vecchio e sorpassato.

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lifehack php tecnologia webdev

Zend Server e WordPress 3.x

Collaborando con Zend Italia, e con il buon Enrico, alla preparazione di un micro-benchmark su WordPress è emerso, tra le altre cose, che il CMS in questione non ama particolarmente il sistema di Page Cache dello Zend Server.

Questo avviene perchè il primo, non potendo comunicare al secondo la modifica di una pagina (ad esempio dovuta ad un commento), riceve dal sistema di caching sempre e solo lo stesso contenuto. Dopo un paio d’ore di studio delle API dello Zend Server e delle action di WordPress è emerso un simpatico snipplet che permette di usare direttamente il CMS in situazioni di grosso carico di lavoro senza doversi appoggiare a plugin di caching (come ad esempio il pur sempre ottimo W3 Total Cache) e lasciando quindi l’installazione di WordPress la più pulita possibile.

Qui di seguito il proof-of-concept (funzionante) del codice in questione.

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eventi pensieri

(s)Conferenze di settore

Ultimamente mi è giunto l’invito su facebook ad una conferenza di settore che punta a far incontrare una delle tante figure professionali necessarie a produrre prodotti-(applicazioni, portali, siti, etc) per il web per decidere insieme il futuro del Web Italiano.

Il piano d’azione dell’evento è semplice, riunirsi, studiare insieme come fare una lobby, applicarne le regolette. Magari sensibilizzando il pubblico grazie ad una nazionale di calcio.

Una cosa però non mi è chiara.

Se i web designer hanno il grave compito di decidere le sorti del web italiano, allora tutte le figure professionali su cui queste persone dovrebbero basare il proprio lavoro (analisti, esperti di ux, architetti dell’informazione, etc), da cui il lavoro deve poi evolvere in qualcosa di concreto (copy, frontend developers, sistemisti, server side developers, etc) e con cui devono colloquiare (project managers, account, etc) che ci stanno a fare?

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cazzate pensieri

Inception

Ovvero, come evitare di svenarsi con anni di psicanalisi uccidendo tutti quelli che ti passano per la mente. Letteralmente.

ciuaz