Sono tornato da LeWeb con una valigia di gadget ed una di pensieri. Se la prima più o meno era aspettata la seconda un po’ di meno. Mi spiego, o almeno cerco di farlo dopo un paio di trappiste abbastanza cariche bevute in serata.
Ho finalmente partecipato ad un vero evento (non tecnico) per il (e sul) web (che comunque aveva i suoi angoli patinati dove tutti erano cool e si facevano i complimenti l’uno con l’altro o dove ceo di grosse multinazionali banfano di avere il miglior prodotto sul mercato per sicurezza e velocità) dove l’interazione con (veri) imprenditori era (finalmente) alla portata di mano (e prometto che al prossimo giro userò molto meglio Presdo).
Niente standiste gnocche e seminude che recitavano a memoria depliant, ma gente vera e con una certa esperienza che ti ascoltava, diceva la sua e cercava (veramente) di comprendere il tuo punto di vista su come è complesso lavorare su un mercato dove i prezzi sono falsati al ribasso o dove il valore portato non è realmente percepito.
Ho parlato con imprenditori che non riuscivano a capire i miei problemi perchè vivono in un mondo dove un’azienda che risolve problemi tecnici è pagata per quel che vale, senza trattative da 1 ora per spuntare pochi euro, e dove se il pagamento è concordato a 30 giorni significa che entro (e non oltre) il trentesimo giorno incassi la fattura.
Startupper e Business Angels che sono rimasti affascinati dal modo di lavorare che abbiamo scelto e contemporaneamente mi hanno “sgridato” perchè sito e comunicazione della mia azienda sono solo in italiano (se la tua azienda parla solo italiano perchè sei venuto a LeWeb?).
Tornare a casa mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, ma niente autocommiserazione solo tanta voglia di fare nuovo e meglio e possibilmente fuori da questi confini ormai troppo stretti…