Ecco dove, sono secondo i sondaggi di “Voi siete qui“, dovrei essere ad aprile:
ecco dove sarò realmente…
Tutti pensano, chi in binario e chi in esadecimale. Cogito ergo sum. Oppure digito ergo sum?
Ecco dove, sono secondo i sondaggi di “Voi siete qui“, dovrei essere ad aprile:
ecco dove sarò realmente…
Finalmente da un anno a questa parte avevo trovato una radio (via etere) che mi soddisfacesse veramente, sia come contenuti che come dj. Ho appreso oggi che la suddetta radio chiuderà per “scelte editoriali”.
Diciamocelo una radio che trasmette rock e metal in Italia non può che finire così… :(
Nel frattempo, sperando che qualcuno decida di comprarla e portarla avanti, penso che prenderò una nuova autoradio con supporto per chiavette usb…
sigh!
Ringrazio di cuore PaulTheWineGuy, grazie al quale un servizio di cui sono stato fiero di aver fatto parte come editor e che usavo tutti i giorni per vedere che si diceva su svariati argomenti di mio interesse, è stato chiuso.
Ecco il laconico messaggio di Ludo riguardo la sospensione:
Non so se [la sospensione] sarà temporanea o meno: l’idea di avere qualche testa calda che decide di farmi causa mi sconforta abbastanza, dopo tutto il tempo e le energie spese per fare BB, doverne impiegare altrettante (e soldi ovviamente) per difendermi dalle accuse di qualche megalomane mi sembrerebbe davvero un calcio nei denti…
Chiederei adesso, ai signori che si sono lamentati di BB, di fare lo stesso con Technorati, Wikio, Google, Yahoo! e tutti gli altri possibili aggregatori di informazioni presenti sulla rete.
E visto che non vi piace essere indicizzati perchè non usate un bel file robots.txt
dove dichiarate:
User-Agent: *
Disallow: /
che tristezza certa blogsfera italiana…
ciuaz
Ecco, per me un’azienda che campa di brevetti e monopoli che ne compra un’altra che ha basato gli ultimi anni a sviluppare dal basso nuove tecnologie, molte delle quali opensource, e ad acquisirne altre per integrarle (senza grossi successi) con il proprio carnet porterà solo ad una immensa perdita di valore e conoscenze.
Se l’OPA andasse in porto possiamo dare pure l’addio a Zimbra, le Yui, Pipes, Flickr, del.icio.us, ed a cercare lavoro per le centinaia di sviluppatori opensource che militavano nell’azienda che per prima ha creduto nel web “interpretato” (vi ricordo che Rasmus PHP Lerdorf lavora per Y!) e nella forza degli standard aperti.
Pessimismo e fastidio…
ciauz
C’era una volta un gestore di servizi primari che raccontava a tutti di offrire mirabolanti magie. Quella di cui andava più fiero era chiamata autolettura e poteva essere fatta da tutti i suoi sudditi tramite internet o con un semplice telefono usando il mistico “sportello“.
Per eseguire l’autolettura, come per tutte le magie, esistevano ben precise regole: la più importante era che bisognava svolgere il rito uno o due giorni prima dall’emissione della magica fattura, pena il non funzionamento ed il pagamento di iniqui costi dovuti ad un maleficio chiamato “lettura stimata“. Questo maleficio, il più terribile tra tutti, riusciva a distorcere il valore intrinseco dei numeri stimando 1000 dove in realtà c’era un 100 e facendo pagare cifre da capogiro agli sfortunati abbonati.
Purtroppo però quello che tutti gli sventurati abbonati non sapevano era che il gestore, in realtà, era un mostro avido, vestito da giallo cavaliere, che pur di accaparrarsi qualche doblone in più non ci pensava due volte a lasciarli al gelo e senza denaro per mangiare.
Pertanto bloccava con artefizi tecnici il sito dello sportello per due o tre giorni, casualmente i giorni del rito, ed impediva di fare le telefonate da cellulari, skype o telefoni pubblici obbligando i poveri utenti a chiamare da casa di parenti o dall’ufficio e rimanendo, invano, in interminabili attese di una risposta da parte degli gnomi dello sportello che non sarebbe mai arrivata.
Un giorno però un utente notò la cosa e decise di avvisare tutti i suoi lettori e di chiedere un preventivo di migrazione verso un altro gestore…
ciuaz
Grazie ad alcuni eroi il mondo scientifico ha finalmente fatto capire che non tutti in Italia sono avvezzi a sottostare ad una setta religiosa ipocrita, anti-progresso e radicata in irreali ideali di stampo medievale.
Un grazie sentito e di cuore a Gabriella Augusti Tocco, Luciano M. Barone, Carlo Bernardini, Maria Grazia Betti, Enrico Bonatti, Maurizio Bonori, Federico Bordi, Bruno Borgia, Vanda Bouche’, Marco Cacciani, Francesco Calogero, Paolo Calvani, Paolo Camiz, Mario Capizzi, Antonio Capone, Sergio Caprara, Marzio Cassandro, Claudio Castellani, Flippo Cesi, Guido Ciapetti, Giovanni Ciccotti, Guido Corbo’, Carlo Cosmelli, Antonio Degasperis. Francesco De Luca, Francesco De Martini, Giovanni Destro-Bisol, Carlo Di Castro, Carlo Doglioni, Massimo Falcioni, Bernardo Favini, Valeria Ferrari, Fernando Ferroni, Andrea Frova, Marco Grilli, Maria Grazia Ianniello, Egidio Longo, Stefano Lupi, Maurizio Lusignoli, Luciano Maiani, Carlo Mariani, Enzo Marinari, Paola Maselli, Enrico Massaro, Paolo Mataloni, Mario Mattioli, Giovanni Organtini, Paola Paggi, Giorgio Parisi, Gianni Penso, Silvano Petrarca, Giancarlo Poiana, Federico Ricci Tersenghi, Giovanni Rosa, Enzo Scandurra, Massimo Testa, Brunello Tirozzi, Rita Vargiu, Miguel A. Virasoro, Angelo Vulpiani, Lucia Zanello.
Come da aspettarsi, i nostri politici, da bravi populisti ipocriti, per commentare l’evento hanno fatto le solite affermazioni al limite del ridicolo, coadiuvati ovviamente da giornalisti fatalisti e ben attenti a creare falsi scandali.
ciuaz
a me, pare ‘nà strùnzata pazzesca!
e per chiudere il pensiero quoto, appoggio e sottoscrivo il pensiero dello UAAR:
«Ma come si fa a parlare di fallimento dell’Illuminismo? È all’Illuminismo che dobbiamo la democrazia, la libertà, l’uguaglianza. E poi, sentire parlare di libertà il sovrano di uno stato illiberale, francamente, sembra una contraddizione».
ciuaz
Con il delay che mi appartiene in questi gioni scrivo solo oggi della conferenza alla quale ho partecipato la scorsa settimana, l’IASummit 2007.
Quest’anno l’IASummit si è tenuta a Trento, vuoi per la disponibilità dell’illuminata amministrazione comunale, vuoi per il supporto della regione che per la disponibilità di alcuni organizzatori a dare la presenza fisica nelle varie fasi del progetto.
L’evento è stato organizzato in grande stile, devo fare veramente i complimenti agli organizzatori (Andrea Resmini, Emanuele Quintarelli, Alberto Mucignat e Luca Rosati) che, nel totale “volontariato” hanno gestito ospiti internazionali, talk di alto livello e oltre 200 partecipanti nel migliore dei modi.
Con qualche giorno di ritardo dedico un post ad i due eventi che hanno impegnato la giornata di Mercoledì 14 Novembre, la conferenza organizzata da The Ruling Companies alla quale era presente Chris Anderson e la relativa CenaLunga organizzata da Giovy al SugarLounge di Milano.
Ormai i tentativi di uccidere internet, o comunque impedirne la crescita e lo sviluppo, nel nostro paese arrivano ciclicamente ogni anno. Negli ultimi giorni ne sono stati fatti ben due.
Il primo, da parte di Vodafone, cerca di danneggiare la libertà di informazione (direttamente? indirettamente? boh). L’azienda infatti, con una sua offerta per i podCast ha creato un walled-garden dove è lei, e solo lei, a decidere quali sono le notizie che possiamo scaricare e quali sono i servizi che possiamo usare ad un prezzo accettabile.
Tutto il resto però non viene negato, semplicemente viene dato a prezzi di accesso ignobili. Del fattaccio ne parla approfonditamente tutta la blogosfera, e nello specifico Quintarelli che già un anno fa a Casalecchio spiegava il fenomeno dei walled-garden e ci metteva in guardia. E comunque, se proprio volete/dovete navigare con dispositivi mobile usate Tre.
La seconda opera di medioevalizzazione tecnologica l’ha fatta invece il governo. Come al solito i burocrati statali pensano prima agli interessi degli enti che fanno monopoli (e che finanziano campagne politiche) e poi allo sviluppo tecnologico di una nazione che sta sprofondando sempre più in basso nelle classifiche mondiali di settore. L’oscenità proposta, perchè per fortuna si tratta ancora di proposta di legge, è quella di obbligare tutti (ma proprio tutti, privati e professionisti, autori di blog e siti vetrina, etc) ad iscriversi al Registro degli operatori di Comunicazione (ROC).
Questo, dicono, per protegger(si)e dalla sempre maggiore opera di diffamazione(=divulgazione dei fatti senza censure) che pare stia avendo luogo nella rete italiana. Con una legge del genere verrebbero quindi colpiti non solo tutti i privati che vogliono farsi un blog, ma anche le piccole aziende “artigiane” del web che sfornano tutti i giorni contenuti e servizi sulla rete che dovrebbero andare in contro a spese e burocrazia per poter mettere online la loro nuova creatura.
Insomma pensate alla lentezza del NIC italiana (abbandonate i .IT!!!) e moltiplicatela per 1000, questo è il tempo che potreste dover aspettare prima di andare online. Punto Informatico, in un lungo articolo spiega la gravità dei fatti.
ciuaz